Acquarossa Farmacia a Cielo Aperto
Acqua rossa non finisce mai di stupirci. Durante una distensiva passeggiata lungo il torrente Francalancia, in compagnia della dott.ssa Serena Bernabei, amante appassionata di piante e natura, abbiamo avuto modo di scoprire che numerose sono le specie che crescono spontanee in questo luogo.
L’Etruria di 2000 anni fa era ricchissima di vegetazione e la Medicina etrusca sapeva trarre vantaggio da quelli che noi oggi definiamo Rimedi Naturali messi a disposizione dalla terra e dagli Dei. Esiodo (VIII sec. a.C.) racconta della discendenza di principi etruschi dalla maga Circe e depositari di conoscenza nella preparazione di filtri magici. Teofrasto di Efeso (IV sec. a. C.) affermava che in Etruria erano presenti in gran numero varie specie di piante officinali e gli Etruschi erano un popolo inventore di farmaci e cosmetici. Proprio nei pressi del Monte Soratte vivevano alcuni sacerdoti che possedevano i segreti per la fabbricazione di “antidolorifici” ed erano in grado di definire le quantità giuste di un medicamento che, variando le dosi, poteva curare o provocare la morte.
Tra le piante incontrare durante la passeggiata ad Acquarossa ce ne sono alcune molto utili, importanti e facili da riconoscere anche per i meno esperti, dalle note proprietà per la cura delle malattie o per il mantenimento del benessere psicofisico.
Portulaca oleracea (Porcellana) Ricca di vitamina C e Omega3 Ferro, magnesio, calcio, potassio, zinco, vitamina A, B1, B2 ,C, Niacina. Si consuma fresca in insalata o nelle minestre; come infuso o tisana la si utilizzava per sedare la bronchite e gli stati febbrili.
Chenopodium album (Farinello) conosciuto fin dalla preistoria è ricco in Ferro e vitamina B1. Le foglie sono consumate cotte e hanno lo stesso utilizzo degli spinaci. In alcuni paesi del mondo viene addirittura coltivato
Amaranthus retroflexus (Amaranto) Si utilizzano semi e foglie. I semi, privi di glutine, sono altamente proteici e si possono usare nella panificazione. Le giovani foglie si usano come spinaci, nelle minestre o semplicemente bollite insieme ad altre erbe.
Per il contenuto di vitamine A e C e di sali di calcio e ferro gli sono riconosciute proprietà astringenti e rivitalizzanti.
Dipsacus fullonum (Cardo dei Lanaioli) Il cardo era utilizzato nella lavorazione della lana fin dai tempi più antichi della civiltà egiziana; attualmente viene utilizzato in Omeopatia come pianta diuretica e sudorifera,contro l’influenza e i raffreddori. Contiene inulina, calcio, sali di potassio, principi amari.
Urtica dioica, Urtica urens (Ortica) Pianta dalle numerose proprietà conosciute fin dall’Età del Bronzo, ricca di Vitamine, Ferro e Sali minerali ha numerose proprietà e utilizzi. Dai gambi legnosi si ricavavano fibre tessili mentre le foglie erano usate per tingere. Le cime giovani sono una prelibatezza nota anche a greci e romani. E’ utilizzata in cucina come le altre verdure per preparare risotti, minestre, contorni, ripieni e frittate.
Rubus ulmifolius (Rovo) Nella medicina popolare le piante di Rubus sono utilizzate per l’attività astringente, come diuretico e depurativo. Contengono principi attivi quali tannini idrolizzabili, Acidi organici, Vitamina C, Idrochinone e arbutina.
Le more, frutti del Rovo, consumate fresche o sottoforma di marmellata, sono considerate il frutto tra quelli più nutrizionali in quanto contiene proteine, lipidi, glucidi, calcio, ferro, vit. A e C. I semi contengono acido alfa-linolenico (Omega-3),e acido linoleico (Omega-6).
I romani usavano masticare le foglie per curare le emorragie gengivali.
I primi germogli primaverili vengono colti per produrre un’acqua aromatica, depurativa, in grado di favorire la cura dell’intestino. I sarmenti despinati erano utilizzati per fare cesti molto resistenti
Plantago major, Plantago lanceolata (Piantaggine) da consumarsi con moderazione, ha proprietà depurative, diuretiche, disinfettanti; è efficace contro le infezioni batteriche.
Adiantum capillus-veneris (Capel Venere) Nonostante un certo grado di tossicità, in passato veniva usato come abortivo. Se ne utilizzava il decotto della parte aerea per regolarizzare le mestruazioni e come analgesico. Il decotto delle fronde invece assunto durante il parto aumentava le contrazioni uterine. Lo stesso decotto aveva funzione vermifuga.
Secondo un’antica credenza popolare trovare il Capelvenere intorno al pozzo era presagio di fortuna.
Cychorium intybus (Cicoria) Erba amara, diuretica, leggermente lassativa, stomachica, antinfiammatoria, febbrifuga, ad azione tonica sul fegato e la cistifellea, è ottima come depurativo per la presenza dell’acido dicaffeiltartarico. Conosciuta dagli antichi egizi che la impiegavano nelle pratiche magiche e per uso terapeuticho, la sua radice si riteneva che rendesse invisibili.
Campanula rapunculus (Raperonzolo) Per uso esterno, le sue foglie sono utilizzate per combattere le verruche. E’ una pianta commestibile e assai ricercata in cucina: le radici sono usate crude in insalata per il sapore dolciastro dovuto all’inulina e le sue foglie basali arricchiscono col loro sapore amarognolo, ma gradevole, in miscuglio con altre erbe, le insalate, le zuppe, le minestre e le torte.
Verbascum thapsus (Tasso Barbasso) Erba amara, rinfrescante, decongestionante, espettorante, antisettica, diuretica, analgesica. Già in epoca antica, alcune specie di Verbascum venivano impiegate a scopo medicinale per i disturbi respiratori. Gli steli secchi, dopo averli immersi nel sego, venivano impiegati per fare torce, mentre le foglie essiccate erano impiegate come stoppini o anche, inserite come isolante nelle scarpe.
Arctium lappa (Bardana) Erba alterativa, antinfiammatoria, antibatterica, diuretica, ipoglicemmizzante, depurativa, disinfettante; ha foglie amare e radici dolci e mucillaginose.
Efficace in caso di dermatiti e nelle affezioni infiammatorie dovute a tossicità cronica, in particolare eczema, psoriasi, foruncolosi e piaghe. Nella medicina popolare era considerata un ottimo stimolante per la crescita dei capelli.
La Bardana ha avuto vicende alterne nel corso della storia: ora disprezzata come pianta infestante, ora raccomandata come trattamento per una sorprendente varietà di malattie tra cui la lebbra, la gotta, il tumore.
La competenza degli Etruschi nell’arte medica era nota e gli antichi scrittori greci e romani ne parlano soprattutto riguardo la conoscenza delle proprietà officinali delle piante e il loro utilizzo.
Inoltre, gli Etruschi conoscevano bene le proprietà medicamentose di ogni sorgente. Possiamo quindi affermare che Acquarossa, ricca di vegetazione e di sorgenti, poteva essere la Farmacia a Cielo aperto degli Etruschi.