Vasi Etruschi Forma e Utilizzo
I vasi Etruschi
Le varie forme e il modo in cui i Vasi Etruschi venivano utilizzati.
Illustrazione Elena Mignani || Grafica e Layout Livia Mignani
Gli Etruschi avevano una particolare passione per la ceramica greca. I continui rapporti commerciali permisero l’importazione in Etruria di un notevole numero di ceramiche, soprattutto di vasi Attici e Corinzi, come ampiamente dimostrato dai ritrovamenti di questi manufatti tra gli oggetti facenti parte dei corredi funerari. Molti laboratori etruschi presero a riprodurre vasi soprattutto Attici, tanto che anche la terminologia utilizzata per identificare le forme rimase quella greca.
Possiamo dire che ad ogni tipo di utilizzo corrispondeva una specifica forma di vaso. Di seguito, le forme più utilizzate.


Forma Anfora
Il vaso più comune, utilizzata per il trasporto di vino, olio, miele e granaglie o per conservare cibi marinati o in salamoia, per attingere acqua dai pozzi e come urna per le votazioni. Una vasta produzione di tali vasi utilizzati per trasportare vino in tutto il bacino del Mediterraneo, si riscontra nel territorio di Vulci a partire dalla fine del VII secolo a.C. Tra i vari tipi di anfore troviamo le Anfore Panatenaiche, le Anfore Tirreniche, le Pelíkoi. Le forme di queste Anfore variavano leggermente a seconda del tipo di merce che dovevano contenere.

Forma Cratere
Il Cratere è un contenitore a bocca larghissima e corpo capiente, utilizzato per il vino e l’acqua durante i banchetti. Anche in questo caso, troviamo diversi tipi di Cratere: Kelébe, a Volute, a Calice, a Campana ma in questo caso le differenze sono semplicemente dovute a dettagli come i manici o la forma del corpo.

Forma Kyathos
Il Kyathos (pl. kyathoi ) è una specie di mestolo dotato di una cavità alta e capiente, con un manico ad anello lungo. Era utilizzato per attingere il vino dal Cratere.

Forma Pyxis
La Pixys (plurale pyxides) è una piccola scatola cilindrica in ceramica, dotata di coperchio, con un diametro medio di 10 cm. Talvolta, all’interno di pyxides sono state trovate tracce di antichi cosmetici, mentre le decorazioni che le adornano riguardano prevalentemente scene di vita femminile.

Forma Kylix
La Kylix (pl. Kylikes) o Coppa Attica è una coppa da vino in ceramica. Usata nei banchetti è la Coppa da Libagione più diffusa fino a che l’uso non fu soppiantato dal Calice a volute, l’elegante Kantharos (pl. kantharoi).

Forma Oinochoe
L’Oinochoe è una brocca utilizzato per versare il vino o l’acqua o per prelevare i liquidi dal Cratere. Se ne conoscono esemplari in metallo e in terracotta; questo tipo di vaso è stato utilizzato in tutte le epoche come si può desumere dalle diverse decorazioni presenti sui numerosi reperti: geometriche, orientalizzanti, a figure nere e figure rosse.

Forma Lekythos
Il vaso Lèkythos compare ad Atene già nel XII sec. a.C. ed è per questo uno dei vasi greci di più lunga continuità. Fu adottato dai ceramisti etruschi nel V-III sec. a.C. Impiegato soprattutto per la conservazione di oli profumati o per unguenti, la particolare forma di questo vaso ha permesso la sua riproduzione in vari materiali come, ad esempio, l’alabastro o il marmo. Adoperato per usi domestici o dagli atleti in palestra o nelle cerimonie funebri.

Forma Hydra
L’Hydra, grande vaso usato per attingere, contenere e versare acqua come indica chiaramente il nome. Simile all’anfora si distingue da essa per avere oltre le due anse orizzontali, una terza, verticale, utile per sostenerla mentre si versa il liquido.

Forma Canopo
Il Canopo è un vaso a forma di giara, molto utilizzato già nell’Antico Egitto. Utilizzato per contenere le ceneri dei morti , la sua caratteristica è la presenza di un coperchio foggiato a testa umana che ricordava la fisionomia del defunto. Questo vaso cinerario è caratteristico della produzione ceramica di Chiusi.

Forma Askos
L’Askos (plurale askoi) è un piccolo vaso per contenere liquidi oleosi, in particolare l’olio per lampade. Ha il corpo cilindrico allungato o piatto e tondo, più largo che alto; un tubo costituisce il collo che termina con un beccuccio; un’ansa arcuata si estende lungo la parte superiore del corpo e ne rende possibile l’uso. A volte il corpo e il beccuccio riproducono le fattezze di un uccello o di altro animale oppure fattezze antropomorfe.