Vasi Etruschi Pittura e Decorazioni

I Vasi Etruschi

L’evoluzione della pittura e della decorazione Etrusca nel corso dei secoli.

Illustrazione Elena Mignani  || Grafica e Layout Livia Mignani

Etruscan Corner Infografica Pittura e Decorazioni Etrusche i Vasi

La produzione ceramica etrusca, prima del IX sec. a.C., è piuttosto grossolana sia nel grado di purezza dell’argilla che nel tipo di cottura, mentre la decorazione è assente. Tra i vasi più antichi troviamo quelli utilizzati come urne cinerarie, di diversa grandezza, formate da due pezzi, uno più grande e uno più piccolo dove quest’ultimo serviva da coperchio. Intorno ai bordi erano incisi vari motivi ornamentali, molto spesso la svastica, ritenuta simbolo di felicità.
Parallelamente, assistiamo allo sviluppo delle tecniche ceramiche e ceramografiche in Grecia dove, nel IX sec. a.C. vediamo l’applicazione di una progressiva schematizzazione e geometrizzazione nella decorazione, in cui anche le figure umane sono astratte e sintetiche e una maggiore attenzione alla depurazione dell’argilla e ad un migliore controllo della cottura. L’esempio più noto è l’Anfora di Dipylon ritrovata nell’omonima necropoli Ateniese e datata al 750 a.C. circa; l’anfora, la cui raffinatezza di esecuzione è ammirevole, è completamente ricoperta di disegni ornamentali astratti ripetuti in fasce orizzontali.
Ma la ceramica etrusca non è solo imitazione. Tra le produzioni ceramiche etrusche, la più famosa e particolare: il Bucchero. Di provenienza iberica, questo metodo di cottura ceramica raggiunge in Etruria il suo massimo livello.
Con l’intensificarsi degli scambi commerciali tra l’Etruria e le isole del Mare Egeo, i vasi soprattutto Corinzi e Attici sono abbondantemente importati dagli etruschi che ne apprezzano la qualità superiore. Enorme fu l’interesse degli Etruschi per i vasi Greci come dimostra il numero di questi vasi trovati nelle Necropoli. Inizia anche una produzione locale ad imitazione degli stili e delle forme proprie della ceramica greca.
Una svolta per l’arte etrusca si ha con l’arrivo a Tarquinia (657 a.C.) del ricco Demarato di Corinto che scelse l’Etruria non adattandosi alla tirannide di Cipselo. Nell’allora fiorente città etrusca di Tarquinia, Demarato si sposò ed ebbe due figli tra cui Lucio Tarquinio Prisco, futuro Re di Roma.
Al seguito di Deramato vi erano numerosi artigiani ceramisti e probabilmente è grazie a questi che la ceramica etrusca raggiunge livelli superiori. Si sviluppa, infatti, un artigianato locale che riprende i modelli di produzione e le tecniche di realizzazione proprie delle produzioni corinzie.
A questo periodo appartengono due tipi di ceramiche compatte e di qualità superiore: la ceramica calcidese così detta per le iscrizioni in alfabeto calcidese usato dagli etruschi e le famose Idre ceretane, così denominate perché provenienti da Caere, città etrusca nei pressi di Cerveteri. Le decorazioni a figure nere tipiche etrusche terminano alla metà del V secolo a.C. quando la ceramografia locale adotta la tecnica a figure rosse, in terra etrusca, dove è il fondo ad essere dipinto di nero. Lo stile della decorazione diventa più elegante e raffinato e guadagna in finezza e precisione.
Al periodo delle figure rosse segue quello caratterizzato da decorazioni a figure rosse sovra dipinte, più vicina alla figura nera, della quale conserva lo stesso repertorio, che non alla figura rossa che vuole imitare. Sul vaso, totalmente dipinto di nero, veniva disegnata la figura in rosso, a volte con qualche dettaglio bianco. (Gruppo Sokra e Gruppo del Fantasma)
Al principio del sec. I a. C. sono datati i vasi detti Corallini, tipici della zona di Arezzo. Di colore rosso corallo dato dall’intensa cottura, lucidi, sono realizzati con argilla fine e ben depurata, proveniente da giacimenti locali. La caratteristica decorazione in rilievo intende imitare i vasi metallici.

Etrusco-Geometrica

Vaso Etrusco con decorazione ETRUSCO-GEOMETRICA (fine del IX sec. a.C.)
Questo tipo di ceramica arrivò in Etruria grazie agli scambi commerciali con l’isola di Eubea. È la prima ceramica etrusca dipinta a fondo chiaro, una tecnica completamente nuova rispetto all’artigianato etrusco. I prodotti realizzati si distinguono da quelli importati dalla Grecia per il tipo di argilla e per le forme tipicamente indigene come l’anfora biconica di derivazione villanoviana, con superficie liscia o decorata, composto da due tronchi di cono uniti. Utilizzata per contenere l’acqua o come urna cineraria.
Tra le prime ceramiche etrusco-geometriche figurano coppe decorate con cerchi pendenti e con motivi a spina di pesce, cerchi concentrici, motivi a scacchiera, meandri.

Etrusco-Corinzia

Vaso Etrusco con decorazione ETRUSCO-CORINZIA (VII-V sec.a.C.)
A imitazione di quella corinzia, introduce nelle decorazioni soggetti di animali reali e fantastici, scene narrative, riempitivi a rosetta, treccia, raggiera. I maggiori centri di produzione sono individuati a Veio, Cerveteri, Tarquinia e Vulci. Gli artisti più noti, di cui non conosciamo il nome esatto, sono il Pittore delle Rondini e il Pittore della Sfinge Barbuta. Quest’ ultimo è considerato il primo a introdurre la tecnica a figure nere (sagoma disegnata, dettagli a incisione e ritocchi di colore bianco e rosso) e la policromia sui vasi.

Orientale

Vaso Etrusco con decorazione ORIENTALIZZANTE (dal VII sec. a.C.)
La ceramica si arricchisce di nuove decorazioni come figure umane, animali, vegetali e scene narrative. La decorazione è organizzata su più registri e vengono introdotti i riempitivi a rosette corinzie.
Un esempio di questa ceramica è il Cratere di Aristonothos (650 a.C.), trovato a Caere nella Necropoli di Monte Abatone, la cui decorazione a silhouette con ritocchi bianchi rappresenta un soggetto mitologico, ispirato dall’Odissea.

A Figure Nere

Vaso Etrusco non decorazione a FIGURE NERE ( VI sec. a.C.)
Diminuisce la produzione e l’importazione di vasellame in seguito al crollo del regime tirannico di Corinto. Giungono in Etruria alcuni artigiani greci che contribuiranno al rinnovamento della ceramica etrusca e della pittura. Gli artisti si specializzarono nella produzione di particolari forme di vasi come stamnoi, calici, hydriai e anfore, spesso decorati con scene di caccia o scene mitologiche. Tra le più importanti oper di questo genere ricordiamo il Vaso François a figure nere su fondo rosso, realizzato intorno al 570 a.C. dal ceramista Ergotimos e dal decoratore Clizia.

Bucchero

Vaso Etrusco con decorazione BUCCHERO (VII-V sec. a.C.)
Il Bucchero nero è tipico della produzione etrusca e mostra caratteristiche originali come l’incisione della superficie dei vasi con disegni geometrici o impressi con sigilli di piccolissime forme di animali, stelle o decorazioni di altra natura che dopo la cottura risultano di piacevole effetto. I vasi realizzati con questa tecnica riproducono nella forma e nelle decorazioni a rilievo prodotti metallici. Alla fine del V sec. a.C. prevalgono decorazioni a rilievo realizzate a parte e successivamente applicate sull’argilla molle (bucchero pesante). Centro principale di quest’ultimo tipo di decorazione è Chiusi. (omochòe Casuccini)
Il Bucchero nero forse si realizzava grazie all’aggiunta di carbone nell’impasto argilloso ma più probabilmente era il particolare tipo di cottura che lo rendeva nero e lucido. Si ipotizza che il Bucchero nascesse da un impasto di argilla lungamente manipolata, esposta a fumigazione intensa e ad un calore che poteva raggiungere anche i 900°C. L’esecuzione vera e propria rimane uno dei segreti etruschi.

A Figure Rosse

Vaso Etrusco con decorazioni a FIGURE ROSSE (dal 480 a.C.)
Tecnica ceramografica inventata in Grecia intorno al 530 a. C. e eseguita in Etruria solo dal 480 a. C. Le opere di questo periodo testimoniano l’accresciuto interesse nei confronti dell’ anatomia, della resa dello spazio e della mitologia greca. Venivano decorati con figure rosse, diverse forme di vasi, come anfore, hydrai a doppia ansa, crateri, olpai e oinochoai. La tecnica non era quella di dipingere le figure rosse ma colorare tutto il vaso di nero e risparmiare le figure rese rosse solo dal colore naturale dell’argilla.
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