La Memoria Condivisa dei Popoli Europei Omero nel Baltico

La Memoria Condivisa dei Popoli Europei

La Memoria Condivisa dei Popoli Europei. Omero nel Baltico, saggio sulla geografia omerica è un libro scritto nel 1995 dall’ingegnere nucleare Felice Vinci. Appassionato dalle letture di classici, l’autore inizia la sua ricerca partendo dal passo del De facie di Plutarco in cui è citata l’ubicazione di Ogigia, l’isola della ninfa Calipso.
Secondo Vinci, gli eventi narrati da Omero non si sarebbero svolti nel Mar Mediterraneo orientale, come si è sempre creduto, ma nei mari dell’Europa settentrionale (Mar Baltico e nord Atlantico).

Omero nel Baltico

In questo interessante e controverso libro, Felice Vinci afferma che la teoria da lui esposta vuole essere da supporto a una nuova idea di Europa:

per favorire un nuovo tipo di approccio all’unità europea, basata non più solo sull’economia e sulla finanza, ma sulla cultura e sulla memoria condivisa delle nostre origini.
Felice Vinci

Ingegnere

Questa dichiarazione rafforza quanto da noi già affermato nell’articolo Popoli del Mare dove si legge che:

I Popoli del Mare provengono da un luogo che gli Egizi chiamano Haou-Nebout (pron. Honebu), definito nei testi sacri egiziani: … un Universo di isole abitate da numerosi popoli, un luogo alla radice della civiltà umana, una Terra paradisiaca posta nel mezzo del Grande Verde che beneficia della corrente vivificatrice del fiume Sin-Wur.

E i Popoli del Mare si sono poi diffusi, divisi in tribù, per tutta l’Europa.

La Memoria Condivisa dei Popoli Europei Knud Baade Paesaggio Costiero al Chiaro di Luna
Knud Baade Paesaggio Costiero al Chiaro di Luna – 1851

La Memoria Condivisa dei Popoli Europei

Un’ Origine Comune

Lo studio approfondito che Vinci ha fatto delle opere di Omero, dicevamo, conferma l’origine comune degli abitanti del vecchio continente e dimostra come lo scrittore greco abbia ripreso racconti pervenuti in forma orale da genti che, a causa del clima diventato inclemente, si sono trasferiti dal freddo nord verso il Mediterraneo.

La Memoria Condivisa dei Popoli Europei Il Mondo di Omero nel Baltico

La Geografia Omerica

La teoria di Vinci parte dallo studio puntuale della geografia descritta da Omero, un mondo dettagliatamente ricostruito  attraverso le indicazioni geografiche fornite dall’Iliade e dall’Odissea: isole e popoli introvabili nel Mediterraneo, fiumi che invertono il loro corso, un clima freddo e perturbato, eroi biondi coperti da pesanti mantelli di lana e pelliccia.

L’isola di Ogigia

Questa isola viene descritta da Ulisse come un posto paradisiaco; qui sostò per sette anni durante il suo viaggio di ritorno dalla guerra di Troia. In questa isola vive Calipso, una ninfa innamoratasi dell’eroe itacese a tal punto da non volerlo più lasciar partire se non a seguito di un ordine esplicito di Hermes, a sua volta inviato da Zeus.

Nell’Odissea, Omero definisce quest’isola ombelico del mare, lontanissima dagli uomini, posta nell’ignoto mare occidentale. Molti sono stati i tentativi di identificarla perché i giorni di navigazione per raggiungerla e la sua morfologia non hanno finora trovato nessun riscontro tra le isole mediterranee.

La Memoria Condivisa dei Popoli Europei Færøer Isole dei Giganti
Ma se ci spostiamo verso il Baltico, secondo Vinci, l’isola descritta corrisponde perfettamente a una delle isole Faroer dove si trova il Monte Hogoyggi (Ogygie) che si erge come uno scudo nel mare nebbioso.

E un ulteriore indizio della possibile collocazione nordica della geografia omerica, che costituisce anche la chiave per entrare nel mondo dei due poemi, ce lo fornisce lo scrittore greco Plutarco, il quale in una sua opera, il De facie quae in orbe lunae apparet, fa un’affermazione sorprendente: l’isola Ogigia, dove la ninfa Calipso trattenne a lungo Ulisse prima di consentirgli il ritorno ad Itaca, era situata nell’Atlantico del nord, “a cinque giorni di navigazione dalla Britannia”.

Calipso era una dea celtica?

Gli Immram sono antichi racconti irlandesi che narrano i viaggi compiuti da eroi verso un Altro Mondo (sia un paradiso, la casa di una fata, una terra degli dèi o un’utopia) situato nelle isole lontane a ovest dell’Irlanda.

L’eroe protagonista prima di raggiungere la sua destinazione deve superare diverse prove e avventure su isole fantastiche pena l’impossibilità di tornare a casa.

Questi luoghi fantastici sono abitati da donne divine che rifocillano e si innamorano degli eroi che vi giungono. Ad essi offrono la possibilità di divenire immortali e convincerli così a rimanere: Rimani qui e la vecchiaia ti sarà lontana. Sarai sempre giovane come sei e vivrai sempre (Jean Markale, I Celti).

Analogamente, Calipso promette a Ulisse l’immortalità (Odissea, V, 136) per convincerlo a non abbandonare la favolosa isola di Ogigia, vivere per sempre circondato dall’amore che solo lei può offrirgli.

Significativa è anche la descrizione del Palazzo della ninfa Calipso, una grotta profonda, con molte sale, che si aprivano su giardini naturali e un Bosco Sacro con grandi alberi e sorgenti che evoca il Bosco Sacro di memoria celtica.

La Memoria Condivisa dei Popoli Europei Jan Brueghel der Ältere Odysseus and Calypso
Jan Brueghel der Ältere Odysseus and Calypso – 1616

… anche un dio immortale, a giungere qui, avrebbe guardato con meraviglia e gioia nel cuore.

La Memoria Condivisa dei Popoli Europei

 

La Memoria Condivisa dei Popoli Europei JW Waterhouse Ulisse e le Sirene
J.W.  Waterhouse Ulisse e le Sirene – 1891

La Memoria Condivisa dei Popoli Europei

Sirene e Spiriti delle Acque

Sirene, fattucchiere, ciclopi costellano i racconti omerici così come si ritrovano ampiamente nelle leggende scandinave.

Le sirene sono presenti nei miti irlandesi, scozzesi, scandinavi tutti popoli le cui vite sono fortemente legate al mare. Sono spiriti acquatici mutaforma che vivevano in prossimità di fiumi e mari e apparivano soprattutto in presenza di nebbia o foschia, ammaliando chi passava con le loro musiche incantate.

Queste divinità hanno nomi simili: näcken o nøkken per gli scandinavi, knucker o nicor per gli inglesi e come ci racconta Felice Vinci, l’assonanza di termini, parole e toponi rivela un’origine comune.

La Memoria Condivisa dei Popoli Europei Pink Parasol Scilla e Cariddi
Parasol Pink Odysseus and Scylla – 2013

… e sotto Cariddi gloriosamente l’acqua livida assorbe.
Tre volte al giorno la vomita e tre la riassorbe
paurosamente. Ah, che tu non sia là quando riassorbe.

La Memoria Condivisa dei Popoli Europei

Nomi e Toponimi

Proprio alla assonanza tra toponimi e nomi utilizzati nei racconti omerici, Vinci dedica una parte del suo saggio.

Il dio marino Aigaion che ha dato il suo nome al Mar Egeo corrisponde ad Aegir, il signore del mare nordico; l’isola Yell (Shetland) situata in uno dei mari più tempestosi del mondo, corrisponderebbe all’isola Eolia sede di Eolo dio dei venti; la stessa città di Troia corrisponde alla città finlandese di Toija, nei pressi di Kavasto (incendio in lingua finlandese);  Askainen, piccolo villaggio finlandese, ricorda gli Ascani, un popolo presente nelle narrazioni omeriche; Karjaa, ricorda i Cari uno dei popoli alleati dei troiani; Nasti, rimanda a Naste il re dei Cari; Tenala, simile a Tenedo, isola di fronte al lido di Troia; Kikoinen, simile a Ciconi, il popolo che durante la guerra di Troia si schierò dalla parte di Priamo; Raisio che ricorda Reso, signore di Tracia; Espoo simile a Lesbo; Tantalo, re di Lidia, sepolto sul Monte Sipilo riporta alla regione finlandese di Tanttala e al colle ivi presente Sipilanmaki.

Tutte queste località e molte altre che non abbiamo citato, si trovano nei dintorni della città di Turku, affacciata sul Mar Baltico, a 160 chilometri da Helsinki: sembra difficile attribuire al caso una tale concentrazione di toponimi omerici in un’area circoscritta della Finlandia.
La Memoria Condivisa dei Popoli Europei Troy Film
Troy di Wolfgang Petersen – 2004

La Memoria Condivisa dei Popoli Europei

Un clima spesso inclemente

Un altro indizio a favore di questa ipotesi si riscontra nella meteorologia dove spesso si avvertono le asprezze dei climi mordici. Durante le battaglie per la conquista di Troia cala spesso una fitta nebbia mentre la descrizione della grande battaglia (Iliade) avviene senza interruzione per due giorni. Ciò calza bene con il chiarore notturno tipico delle latitudini del nord, nei giorni vicini al solstizio estivo.

Il mare è spesso descritto come livido e brumoso, con nebbia, vento, freddo, pioggia e neve: un clima tutt’altro che mediterraneo.

La pianura davanti alla città di Troia, che dovrebbe essere un torrido bassopiano dell’Anatolia vicino al mare, è invece un luogo gelido e umido.

I guerrieri, coperti da pesanti armature di bronzo e con il ghiaccio che si cristallizza sugli scudi, invocano in continuazione che il tempo diventi clemente durante la battaglia.

La Memoria Condivisa dei Popoli Europei Luke Shadbolt
Maelstrom foto di Luke Shadbolt

La Memoria Condivisa dei Popoli Europei

La Memoria Condivisa dei Popoli Europei Guerriero Nave Omero nel Baltico

Tra Archeologia e Narrazione

La decifrazione della scrittura micenea, la cosiddetta “lineare B”, ha permesso di rilevare, secondo il prof. Moses Finley, “la completa mancanza di contatto tra la geografia micenea come ora la conosciamo dalle tavolette e dall’archeologia, da una parte, ed i racconti omerici dall’altra”.

A questo fanno riscontro le evidenze archeologiche a favore della possibilità che la civiltà micenea abbia avuto un’origine nordica: al riguardo, il prof. Martin P. Nilsson, grecista e storico delle religioni svedese, enumera vari significativi indizi, quali la presenza, nelle più antiche tombe micenee, di grandi quantità di ambra baltica (che invece scarseggia sia nelle sepolture più recenti, sia in quelle minoiche a Creta).

Ci sentiamo di condividere ciò che l’archeologo Rhys Carpenter afferma:

“alle spalle della Grecia micenea… si stende l’Europa”.