Scritto Nella Roccia - Parte 2

Scritto Nella Roccia 

Arabia Saudita /2

Scritto Nella Roccia – Arabia Saudita /2. Di Etruscan Corner

L’Arabia Saudita possiede monumenti di arte rupestre impressionanti. I documenti creati da antichi artisti sono situati nell’abbagliante paesaggio desertico dalle maestose formazioni naturali e dimostrano il valore delle tecniche delle popolazioni di cacciatori-pastori nomadi che abitavano quei luoghi.

I petroglifi documentano anche la diffusione del cavallo arabo nel corso della storia, il culto delle dee della guerra e della fertilità. Abbigliamento, acconciature, animali sono dettagliati nelle notevoli rappresentazioni artistiche.

TAYMA

A Tayma, [il diluvio] non lascia una palma,
né castello se non edificato su una roccia.

Imru’ al-Qays*, Mul’allaqat, v. 85.
*VI Secolo – Il più grande dei poeti preislamici, con lui inizia la letteratura araba.

L’oasi di Tayma o Tema si trova a 220 km a sud-est della città di Tabuk, nell’estremità sud-occidentale del grande deserto di Nafud. E’ uno dei più grandi siti archeologici della regione e dell’odierno regno dell’Arabia Saudita.

Qui si trova il Bir Hadaj, un pozzo di 65 mt di diametro, circondato da giardini di palme e da antichi qanat (sistemi di irrigazione sotterranei).

Scritto Nella Roccia - Bir Haddaj Pozzo

Il Pozzo di Bir Haddaj

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BIR HADDAJ

Bir Haddaj, situato a Tayma, è uno dei pozzi più famosi dell’antichità ed è un eccezionale punto di riferimento per la regione. Si sa che il pozzo risale almeno alla metà del VI secolo a.C., durante l’occupazione di Babele. Nel V secolo a.C., tutta Tayma fu abbandonata e sepolta, quindi il pozzo cadde in disuso per molti secoli fino a quando Suleiman al-Gonaim lo riportò allo stato funzionale.
Il pozzo Bir Haddaj è uno dei pozzi più grandi e antichi della penisola arabica, con un diametro di 65 metri e una profondità di 13 metri. Si racconta che fino a 99 cammelli contemporaneamente potessero attingere l’acqua durante il periodo estivo. Il pozzo fu chiamato Haddaj dal dio dell’acqua degli Aramei, una civiltà che si stabilì a Tayma all’inizio del primo millennio a.C.

Scritto Nella Roccia - Arabia Saudita - Mappa

Arabia Saudita – Mappa

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Oasi Antica

L’importanza di Tayma è attestata in molti testi antichi dove è menzionata più spesso di qualsiasi altro luogo nel Regno dell’Arabia Saudita.​

La più antica menzione della città oasi appare come “Tiamat” si trova negli “Annali di Suhu” (VIII secolo a.C.), che menzionano il sequestro di una carovana mercantile proveniente da Tayma da parte del governatore assiro di nome Ninurta-Kudurri-Usur.

All’epoca l’oasi era sicuramente una città prospera e ricca di pozzi d’acqua.

Il testo in questione riferisce anche che il re assiro Tiglat-Pileser III ricevette tributi da Tayma, e Sennacherib nominò una delle porte di Ninive come la Porta del Deserto, registrando che “i doni del Sumu’anita e del Teymeite entrano attraverso di essa”.

Reperti risalenti all’ultimo quarto del II millennio a.C., documentano invece i contatti commerciali con l’Oasi Qurayya, l’area delle miniere di rame di Timna e la Valle dell’Araba che collega il Mar Rosso al Mar Morto.

I Taymaniti vendevano datteri, allume e salgemma (presente in una depressione salina nelle vicinanze) in cambio di rame.

La sua storia abbraccia più di quattro millenni e mezzo. A giudicare dalle numerose incisioni rupestri trovate nella regione, i primi visitatori furono pastori nomadi e mercanti, trovandosi Tayma in una zona ritenuta crocevia tra Arabia meridionale, Mesopotamia ed Egitto.

Un’iscrizione geroglifica su roccia con il nome del re egiziano Ramesse III (1186-1155 a.C.) riferisce che i mercanti egiziani conoscevano e sapevano come trovare l’oasi di Tayma.

Scoperta nel 2015, è la prima iscrizione geroglifica trovata sul suolo saudita. Secondo gli studi, le carovane egiziane venivano a Tayma per acquistare beni preziosi come oro, argento, rame e incenso.

Sebbene il ramo principale della Via dell’Incenso passasse a ovest di Tayma, la presenza del grande pozzo ha reso l’oasi un attraente luogo di sosta e di insediamento.

Le testimonianze archeologiche comprendono anche punte di freccia e resti di corniola, utilizzata per realizzare perline.

Scritto Nella Roccia - Tayma - Geroglifici

Arabia Saudita – Geroglifici

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Nel 2016 un gruppo di ricerca congiunto composto da archeologi sauditi ed esperti dell’Università di Oxford ha scoperto l’osso umano più antico durante uno scavo a Tayma.

L’osso trovato è la parte centrale del dito medio di un essere umano vissuto 90 000 anni fa, la più antica traccia umana trovata fino ad oggi nella penisola arabica.

Gli scavi hanno portato a molte altre scoperte significative di fossili di animali e mammiferi nei deserti sauditi, tra cui una gigantesca zanna di elefante di 300.000 anni appartenente a una specie estinta di elefante del deserto di Nafud. La presenza di questi animali suggerisce che nel passato questa zona fosse ricca di flora e più umida.

Scritto Nella Roccia - Tayma - Stele di Nabonedo

Il re Nabonedo con i simboli del Sole, della Luna e di Venere.

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Il Re Nabonedo

Tayma era una stazione commerciale sulla rotta dell’incenso e fu residenza del re babilonese Nabonedo, padre del biblico Baldassarre (Daniele 7:1), nella metà del VI secolo a.C.

Qui visse per diversi anni, trascurando i suoi obblighi religiosi nel tempio di Esagila a Babilonia ma è probabile che il santuario taymanita conosciuto come Qasr al-Hamra sia stato costruito in questa epoca, voluto dal re esule babilonese.

Un’iscrizione in lingua lihyanita (cioè il dialetto di Dedan) menziona Nbnd mlk Bbl, “Nabend malik Babel” o “Nabonidus re di Babilonia”.

Anche un testo babilonese riferisce che Nabonedo conquistò nel 552 a.C. sei oasi nel nord-ovest dell’Arabia, tra cui Tayma.

In un testo sempre babilonese, leggermente successivo, la Cronaca di Nabonedo in scrittura cuneiforme, si afferma che Nabonedo delegò l’amministrazione di Babilonia a suo figlio Bel-shar-usur e si stabilì a Tayma per dieci anni senza dare alcuna spiegazione per tale lungo soggiorno.

Il motivo per cui Nabonedo abbia deciso di trasferirsi nell’odierna Arabia Saudita è oggetto di dibattito tra gli storici; alcuni esperti ritengono che la ragione probabile siano stati i conflitti tra il re e i sacerdoti babilonesi.

Scritto Nella Roccia - Tayma - Cubo di Al-Hamra

Cubo di Al-Hamra

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Scritto Nella Roccia - Tayma - Enki

Enki seduto sul suo trono cubico

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IL CUBO DI AL-HAMRA

Il “Cubo di Al-Hamra” fu scoperto nei pressi dell’omonimo Santuario.

In questa pietra incisa si trovano elementi babilonesi, egizi, anatolici: un sacerdote evidentemente babilonese in piedi davanti a un altare del dio egiziano Api, sullo sfondo emblemi alati e una stella a otto punte.

La differenza di dimensioni tra il sacerdote e il dio Api mostra le diverse posizioni di potere: il sacerdote è un umile servitore rispetto ad Api e potrebbe essere il re Nabonedo.

Sopra ad Api è visibile il grande carro di Sin, e in alto a destra c’è la ruota a 8 raggi che dà al carro il suo potere.

Il sacerdote offre al Dio le Tavole del Destino: colui che controlla le Tavole del Destino controlla il destino dell’uomo e diventa DIO.

Si ritiene che la ragione principale per cui la pietra sia a forma di cubo è perché fungeva da trono per Nabonedo. Molti degli antichi Grandi Dei della Sumeria sedevano su cubi simili a troni, e Nabonedo ripeteva questa tradizione.

Comunità Ebraica

Secondo la tradizione araba, Tayma era abitata da una comunità ebraica durante il tardo periodo classico, anche se non è chiaro se si trattasse di giudei in esilio o di discendenti arabi di convertiti.

Lo storico Giuseppe Flavio menziona la penisola arabica come parte di un’ampia zona di influenza ebraica e Tayma come la città in cui trovano rifugio gli ebrei sopravvissuti alla guerra contro Roma (Prima Guerra Giudaica 66-70 d.C.).

Anche nella letteratura araba preislamica, Tayma viene spesso indicata come una città fortificata appartenente agli ebrei:

Ancora nel VI secolo d.C., Tayma era la casa del ricco ebreo Samau’al ibn ‘Ādiyā. (Poeta arabo anonimo).

Scritto Nella Roccia - Tayma - Palazzo di Qasr Al-Ablaq

Palazzo di Qasr Al-Ablaq

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Nella prima metà del VI secolo il governatore della città era proprio l’ebreo Samuel ibn ‘Adiya citato dal poeta anonimo e il suo Palazzo di Qasr Al-Ablaq, è tuttora esistente.

Attualmente si trova in territorio Giordano ma anticamente l’area era una zona di confine tra la Giudea e l’Arabia.

Sempre Giuseppe Flavio menziona le “bestie di dimensioni gigantesche scolpite su di esso” (Antichità giudaiche, Libro XII, 230), leoni scolpiti ancora visibili sulle facciate dell’edificio. Il Palazzo di due piani  fu utilizzato come chiesa durante il periodo bizantino.

Il palazzo fu gravemente danneggiato da un grande terremoto che colpì la regione nel 362 d.C.

Scritto Nella Roccia - Tayma - Stele

Stele di Tayma

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La Stele di Tayma

Il sito fu studiato e mappato per la prima volta da Charles M. Doughty nel 1877 mentre Charles Huber rinviene nel 1883 la Stele di Tayma, ora al Louvre, dove sono elencati gli dei di Tayma, le divinità semitiche Ṣalm of Maḥram, Shingala e Ashira.

Si ritiene che siano state introdotte in Arabia settentrionale dalla Siria. Ashima, infatti, era venerata anche ad Hamath in Siria, 900 chilometri a nord.

La Stele di Tayma è scolpita in pietra locale e ha la forma di una lastra piatta arrotondata nella parte superiore, come di consueto con le stele siro-mesopotamiche.

Questa importante fonte è spesso considerata in relazione all’espansione neobabilonese e alla visita di Nabonedo a Tayma, quando l’aramaico, la lingua ufficiale dell’impero babilonese, fu adottato per la scrittura in Arabia.

La stele è una preziosa fonte di informazione sui legami tra Arabia e Mesopotamia nel V secolo a.C.

Tayma e l’altra antica oasi di Dedan (nella provincia di Medina) compaiono nella Bibbia e ne ricordano l’importanza come città commerciale carovaniera. Tayma è citata come Tema:

Irmiya (​Geremia): “[…] e tutti i re di Tiro, tutti i re di Sidone e i re delle isole che sono al di là del mare; e Dedan, Tema, Buz, e tutti i re d’Arabia […]

Yaqub (Giobbe): “Le carovane di Tema guardavano, i viaggiatori di Saba speravano in loro”

Asha’ya (Isaia): “Portate acqua agli assetati, o abitanti della terra di Tema, incontrate i fuggiaschi con il pane”.

Nel XII secolo d.C. Tayma fu visitata due volte dagli europei: prima intorno al 1170 dal viaggiatore spagnolo Benjamin de Tuleda, e poi dal francese Raynald de Châtillon, allora signore di Oultrejordain (l’odierna Giordania), che attaccò una carovana vicino al città.

Nel XIX secolo d.C. altri due europei si diressero verso la leggendaria oasi: il viaggiatore inglese Charles M. Doughty che indagò e mappò Tayma nel 1877 e, nel 1883, l’esploratore francese Charles Huber che fu inviato da Ernest Renan a Tayma per riportare la famosa stele a Parigi, motivo per cui si trova oggi al Museo del Louvre.

Con la conquista di Hail nel 1921 e di Hejaz nel 1924, Tayma è stata incorporata nell’attuale Regno Saudita e fa parte della provincia di Tabuk.

Scritto Nella Roccia - Tayma - Roccia Al Naslaa

La formazione rocciosa di Al Naslaa, situata nell’oasi di Tayma, è uno dei petroglifi più misteriosi della zona con la perfetta fessura tra i due menhir dalle superfici piatte e i piccoli piedistalli che sostengono i massi.

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Scritto Nella Roccia – Le Oasi dell’ Arabia Saudita

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